I luoghi e la polvere (sulla bellezza dell’imperfezione) di Roberto Peregalli

“I luoghi e la polvere” propone riflessioni che legano insieme architettura, storia e filosofia, valutando da più punti di vista le trasformazioni radicali dell’architettura dal XX secolo a oggi e puntando il dito contro alcune tendenze che stanno svuotando di senso il concetto stesso di luogo.

Per certi versi, Peregalli appare troppo rigido nei confronti del movimento modernista, specialmente dove parla della complessa tematica dell’ornamento e della discrepanza tra alfabeto architettonico moderno e tradizionale (con una sorta di paragone a distanza tra il barocco e il Bauhaus, che ritengo poco utile e davvero troppo severo nei confronti del movimento di Gropius). La gran parte del volume, dall’altro lato, offre incessantemente spunti di riflessione, non senza riferimenti a casi specifici, sull’importanza degli spazi e sul valore intrinseco dei luoghi “vissuti”, puntando a volte il dito verso incoerenze, brutture, assurdità e manifestazioni di insensibilità di molte creazioni moderne.

L’autore si dimostra particolarmente attento e abile nell’enfatizzare il fascino puro e riconoscibile dell’attività del tempo sugli edifici ed è proprio questa la parte più interessante del volume, dove Peregalli conferisce vera e propria dignità architettonica, storica ed emotiva anche ai cosiddetti ruderi. Molto utili anche la bibliografia e le tantissime foto scattate dallo stesso autore, che fanno da vera e propria didascalia visiva, puntuale e silenziosa, al flusso delle parole.


Soggetti: Saggio