Il Campo Boario a Testaccio, ventesimo rione di Roma, fu realizzato a tempo di record tra il 1888 e il 1891 su progetto dell’architetto Gioacchino Ersoch. Situato in posizione adiacente al nuovo mattatoio di Testaccio, progettato e costruito negli stessi anni da Ersoch, il campo Boario era il luogo dove venivano custoditi gli animali prima di essere avviati al macello e dove si effettuavano le contrattazioni tra i mercanti di bestiame. L’area era divisa in due zone, una per il bestiame domito e una per quello indomito, con ingressi e uscite diversi. Un camminamento, protetto da barriere di ferro, consentiva il passaggio delle persone verso l’area delle contrattazioni; a metà circa del percorso fu costruito un padiglione a due piani con la funzione di torretta di controllo; infatti dalla terrazza , raggiungibile grazie ad una scala elicoidale in ferro, era possibile osservare tutto il mercato.
L’area su cui sorgeva il Campo Boario aveva una superficie superiore a quella del mattatoio vero e proprio (55.000 mq circa contro i 50.000 mq). I manufatti che compongono lo stabilimento furono realizzati sul principio della modularità; ciò è evidente soprattutto nelle strutture in ferro, che combinate in vario modo, formavano i ricoveri per il bestiame e i padiglioni dove si esponevano gli animali. Il ferro fu usato dall’architetto anche per la sua capacità di durata nel tempo.
Il mattatoio di Roma fu per molti anni il più avanzato in Europa.
Fu dismesso nel 1975 e sostituito con una nuova struttura posta al quartiere Prenestino. Nel 1976 negli spazi del Campo e del Mattatoio furono girate alcune scene del film “I padroni della città” di Fernando di Leo. Nel 1977 cominciarono i primi smantellamenti.
Le fotografie presenti nella galleria più sotto risalgono alla fine degli anni ’70.
Negli spazi del Campo Boario, nel 2007, è stata inaugurata la sede permanente di 3500 mq della Città dell’Altra Economia, con esposizione, vendita, ed eventi dedicati alla agricoltura biologica e solidale. Nell’area sono presenti anche una libreria, una ludoteca, un bar e un ristorante a vocazione biologica.
Nel mattatotio invece sono stati ristrutturati diversi padiglioni:
- nel 2002 due di essi sono stati destinati alla seconda sede del museo MACRO
- nel 2010 uno di essi è stato aperto a studenti e docenti della facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre
- nel 2013 in 3 padiglioni sono stati trasferiti gli uffici e i laboratori del Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre
- all’ingresso è ospitata la Scuola popolare di musica di Testaccio e il centro anziani Testaccio
Prospetti
Al centro si puo’ vedere la torretta di osservazione; sulla sinistra i padiglioni per la vendita del bestiame; a destra della torretta i numerosi rimessini che furono tolti nel 1997 e ancora piu’ a destra le tettoie che coprivano i camminamenti.
Le immagini precedenti sono tratte dal libro “Roma Memorie di una città industriale” recensito qui
Galleria fotografica
Riferimenti in rete
- Archivio Urbano Testaccio di Roma 3
- La citta’ dell’altra economia
- Architettura Roma Tre
- Film “I padroni della città