Idroscalo Ivo Monti

Nel Gargano, sulle sponde del lago di Varano, sono ancora presenti le rovine dell’Idroscalo Ivo Monti. La costruzione dell’idroscalo iniziò nel 1915, durante il primo conflitto mondiale e l’area venne scelta per la particolare posizione protetta e per la vicinanza all’area di guerra (con gli Austro-Ungarici attestati sulle isole Curzolane).

La decisione di costruire l’idroscalo fu presa dopo un sopralluogo del capo dello Stato Maggiore della marina italiana, Thaon di Revel.

La costruzione avvenne in fasi successive con il graduale ampliamento dell’idroscalo man mano che sorgeva l’esigenza di potenziarne la struttura. I lavori, soprattutto all’inizio, furono estremamente gravosi poichè si dovette superare una serie di ostacoli non indifferenti: dalla malaria alla quasi completa mancanza di infrastrutture di comunicazione.

Alcune scritte ancora presenti all'interno dellapalazzina del corpo di guardia

Alcune scritte ancora presenti all’interno della palazzina del corpo di guardia dove erano in servizio i Carabinieri

Il battesimo del volo avvenne, comunque, nel 1916.

Il nome dell’idroscalo viene da Ivo Monti, pilota morto il 6 giugno 1918, durante un volo di ricognizione.

Al termine del primo conflitto mondiale il personale di stanza diminuì sensibilmente per tornare a crescere con lo scoppio della seconda guerra mondiale. Durante il conflitto il ruolo strategico dell’idroscalo fu comunque molto marginale e al termine venne lentamente abbandonato.

Ad oggi (2015) sono ancora presenti molti degli edifici (tra cui, all’ingresso, il corpo di guardia che era affidato ai Carabinieri) usati ormai come ricovero per il bestiame. Di fronte all’idroscalo, su una collinetta, sorge la chiesa di Santa Barbara (edificata nel 1920) anch’essa abbandonata.


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Riferimenti in rete

S.L.O.I.

La S.L.O.I. (Società lavorazioni organiche inorganiche) è stata un’azienda chimica che produceva piombo tetraetile (TEL). Il TEL è stato l’additivo antidetonante utilizzato nella benzina per evitare fenomeni di autoaccensione e battito in testa, sino al passaggio alla cosiddetta benzina senza piombo.

Fondata nel 1935 a Ravenna, su idea del chimico Carlo Luigi Randazzo, apre nel 1939 lo stabilimento di Trento. La scelta della sede fu dettata da motivazioni logistiche: Trento si trovava vicino al confine italiano ed era efficacemente collegata alla Germania, alleata dell’Italia, tramite la ferrovia del Brennero. Era quindi possibile fornire facilmente il TEL, utilizzato principalmente per il carburante degli aerei, anche all’alleato nazista. Lo stabilimento di Trento era l’unico, in Europa, a produrre tale sostanza.

Al termine del conflitto mondiale la S.L.O.I. continuò la produzione del TEL per usi civili e l’incremento di automobili con il boom economico rese  sempre più necessaria questa produzione.

Le condizioni di lavoro alla S.L.O.I. erano a doppia faccia: da una parte il salario era ottimo ma dall’altra erano assolutamente carenti (come spesso nel dopoguerra) le misure di prevenzione e di tutela sanitaria dei lavoratori con la loro costante intossicazione da piombo (saturnismo). L’intossicazione da piombo agisce, tra l’altro, danneggiando il sistema nervoso centrale con sintomi pesanti sul comportamento (violenza, irritabilità ed altri disturbi psichici). Spesso questi sintomi non venivano associati all’avvelenamento e quindi gli operai venivano internati nel manicomio di Pergine e trattati come malati di mente.

Negli anni venne crescendo una sempre maggiore consapevolezza dei rischi per la salute che lo stabilimento comportava (nel 1975 il patron dell’azienda, Randazzo, venne condannato a cinque anni per omicidio colposo) fino ad arrivare al capitolo finale che provocò la chiusura definitiva.

Il 14 luglio 1978 un forte temporale si abbatté su Trento e l’acqua raggiunse alcuni fusti di sodio mal custoditi nello stabilimento, innescando un grande incendio. Se le fiamme avessero raggiunto i fusti di TEL la nube tossica avrebbe decimato la popolazione della città. L’esperienza del capo dei vigili del fuoco Ing. Nicola Salvati, che utilizzò per le operazioni di spegnimento la polvere di cemento prelevata dal vicino stabilimento Italcementi, scongiurò la sciagura, ma l’enorme rischio corso portò le autorità ad imporre la definitiva chiusura della fabbrica.

Abbandonata a se stessa divenne rifugio di tossicodipendenti, prima, e di senzatetto poi sino a quando iniziarono nel 2011 i lavori di bonifica con l’abbattimento di quasi tutti gli edifici. Ad oggi (2015) rimane in piedi lo scheletro dell’edificio forni e la torre dell’acqua. Il vero problema della bonifica, però, rimane irrisolto: nel suolo si stima siano presenti oltre 180 tonnellate di piombo, separate da un sottile strato di argilla impermeabile dalla sottostante falda acquifera. Non esistono al mondo esperienze di bonifica piombo di questa portata.


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Riferimenti in rete

The road

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The Road

20091 h 59 min
Overview

Sono passati più di dieci anni da quando il mondo è stato distrutto, anche se non si sa bene da cosa: un giorno c'è stata una grande esplosione di luce e poi più nulla. Il risultato di questo evento terribile è che non ci sono più energia, elettricità, vegetazione e cibo. Milioni di persone hanno dovuto spostarsi, molti sono stati inceneriti nelle macchine in cui si trovavano quando è avvenuta l'esplosione, altri sono morti soffocati, affamati e disperati. Con quello che è rimasto, il cibo, i vestiti, gli utensili, le coperte e ogni cosa che possa aiutarli a sopravvivere in uno scenario senza sole e pieno di cenere, un uomo e il suo giovane figlio si spostano insieme, tenendo tutto sulla schiena e in un carrello del supermercato.

Metadata
Director John Hillcoat
Runtime 1 h 59 min
Release Date 25 Novembre 2009
Details
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Movie Rating Not rated
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Essendo un film post apocalittico le scene di abbandono sono presenti in abbondanza. E’ pero’ un abbandono di tipo vandalico e non dovuto al trascorrere del tempo.
La sequenza che e’ stata estrapolata si svolge in una chiesa, questa si’, abbandonata da molto.

Qui il link

Cartiera Amicucci Graziosi

Gli antichi processi di produzione della carta hanno sempre richiesto che un elemento fondamentale fosse disponibile in grande quantità: l’acqua.

Sin dal XV secolo, lungo il fiume Aniene nel Lazio, è documentata la presenza di opifici per la produzione della carta. Tra i vari centri urbani che ospitavano le cartiere Continua a leggere

Stalker

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Stalker

19792 h 41 min
Overview

Un metorite caduto sulla terra ha prodotto strani fenomeni in una zona, prontamente protetta e recintata dall'esercito. Per entrarci esistono però delle guide clandestine, chiamate "Stalker", capaci di condurre chiunque lo richieda fino alla "camera dei desideri". Uno scrittore, uno scienziato e uno stalker partono verso la misteriosa zona. Ne torneranno profondamente cambiati.

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Director Andrei Tarkovsky
Runtime 2 h 41 min
Release Date 1 Agosto 1979
Details
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Movie Rating Not rated
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Il film con il piu’ grande numero di scene girate in luoghi abbandonati.

Qui il link ad una lunga sequenza

Privato: I figli degli uomini

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I figli degli uomini

Gli ultimi giorni del genere umano nessun bambino è nato negli ultimi 18 anni un uomo deve proteggere la nostra unica speranza

20061 h 49 min
Overview

2027. In un futuro non troppo distante, in cui il mondo non può più procreare, l'Inghilterra rimane unica zona franca, per non confrontarsi con le guerriglie urbane. Theo (Clive Owen), rapito da Julian (Julanne Moore), una donna attivista amata in passato, ha una grande responsabilità. Dovrà condurre salva una giovane donna fino a un santuario sul mare, e dare la possibilità al mondo di evitare l'estinzione.

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Director Alfonso Cuarón
Runtime 1 h 49 min
Release Date 22 Settembre 2006
Details
Movie Media
Movie Status
Movie Rating Not rated
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Anche questo film di fantascienza e’ ambientato in un post catastrofe e quindi situazioni di abbandono sono frequenti.

Nella clip qui sotto c’e’ la sequenza più lunga, ambientata in una scuola abbandonata.

 

Robocop

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RoboCop - Il futuro della legge

Parte Uomo, parte Macchina, tutto Poliziotto.

1987Duration unknown
Overview

La città di Detroit è sconvolta da bande di drogati, di stupratori e assassini, e una società finanziaria (la COP) produce uno specialissimo robot corazzato, da lanciare di notte per le strade a tutela dei cittadini. Questo robot preme moltissimo al vice-presidente Jones, che comanda anche la polizia locale, poichè la sua produzione in serie si preannuncia come un gigantesco affare. Tuttavia, messo alla prova in pieno consiglio di amministrazione, il prototipo si inceppa e per errore uccide uno dei presenti. Morton, un dirigente furbo e rivale di Jones, propone Robocop, un robot avveniristico ed ultraprotetto, nel quale viene innestato il corpo mutilato dell'agente Murphy...

Metadata
Director Paul Verhoeven
Runtime Duration unknown
Release Date 17 Luglio 1987
Details
Movie Media
Movie Status
Movie Rating Not rated
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Nella parte finale del film la resa dei conti tra i “cattivi” e Robocop si svolge all’interno di una fabbrica abbandonata. Si tratta della Duquesne Steel Works nella regione di Pttsburgh, ormai demolita.

Consigliata  una visita ad un forum, dedicato a Robocop, nel quale sono  messe a confronto le scene del film e vecchie fotografie della fabbrica. L’indirizzo e’ qui , .

Una breve clip la potete trovare invece qui

La Miniera di Zolfo di Pomezia (COMIRO)

La S.P.A. COMIRO – Compagnia Mineraria di Roma – cominciò la sua attività il 18 ottobre 1971.
Già nel 1979 i lavoratori furono messi in cassa integrazione.
A metà degli anni 80  fu chiusa definitivamente.

Foto dal satellite

La miniera di zolfo era costituita dalla zona dello scavo (A), dall’impianto di invio del materiale tramite un lunghissimo nastro trasportatore (B) alla fabbrica sulla collina (C) che lavorava il materiale e produceva lo zolfo che si può vedere nella foto iniziale scattata quando era ancora in funzione.

Qui di seguito alcune foto che descrivono come era fatta la fabbrica.

La zona allagata dello scavo

La zona allagata dello scavo

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L’impianto di invio del materiale

Nastro trasportatore alla partenza

Nastro trasportatore alla partenza

Nastro trasportatore all'arrivo

Nastro trasportatore all’arrivo

La fabbrica vista dalla zona di scavo

La fabbrica vista dalla zona di scavo

Interno della fabbrica

Interno della fabbrica

Non si sa se la fabbrica fu chiusa per riduzione di materiale estratto o per la fuoriuscita dell’acqua dalla falda che creò un esteso laghetto dalla colorazione rossa.
Vicino al questo lago, creatosi a causa della fase estrattiva, ne esistono altri due, uno di colore blu ed uno bianco.
Tutta la zona, nota come Solforata e facente parte della Riserva Naturale di Decima Malafede, era conosciuta fin dall’anitichità come luogo di culto del dio Fauno.

“L’ubicazione di Albunea viene riconosciuta nella località Solforata, all’incrocio delle vie che collegavano i centri di Ardea, Lavinium ed Alba Longa. Albunea fu un luogo sacro, un santuario naturale cui faceva riferimento la religiosità delle antiche popolazioni latine. Il nome mitico deriva dal colore bianco (alba) delle effervescenti sorgenti sulfuree che alimentavano il lago che ancora oggi caratterizza la valle della Solforata. Un bosco, parte dell’antica Selva Laurentina, oggi scomparso, ed una serie di grotte naturali si univano alle esalazioni sulfuree realizzando un paesaggio straordinario, naturalmente sacrale. I Latini elessero Albunea come sede delle tre Fate: Parca, Nona e Morta (divinità fatali e protettrici dei nascituri) e dell’’oracolo di Fauno, lo spirito divino del bosco. L’oracolo poteva essere consultato attraverso il rito dell’incubazione. La particolare suggestione di questo luogo consentiva esperienze soprannaturali di oniromazia: durante il sonno si manifestava la voce di Fauno che rivelava agli umani il loro ineluttabile destino. Il Fato non veniva rivelato da sacerdoti o sibille, ma si disvelava direttamente, quale risultato di una esperienza personale; il sonno e il sogno si sostanziavano come strumenti di comunicazione tra il mondo dei vivi, il mondo dei morti ed il divino.”

Articolo di Alessandra Reggi tratto da “Atlante dei Beni Culturali delle Aree Naturali Protette di RomaNatura”.

Dal libro “La riserva naturale Decima-Malafede : la selvaggia bellezza di un angolo dell’Agro romano: conoscere per proteggere” si scopre che:

“La leggenda vuole che anche Re Latino, discendente del dio Fauno, si recasse ad Albunea, cioè alla Zolforata, per ricevere visioni dal proprio padre circa il futuro di sua figlia Lavinia. La divinità, apparsa in visione al re avvolto nelle pelli sanguinanti delle agnelle sacrificali, annuncia a Latino la venuta di Enea e prescrive quindi al re di annullare le annunciate nozze con Turno, re dei Rutuli, tribù stanziata nell’odierna Ardea.
La presenza della grotta con i resti di un altare ed il rinvenimento a poca distanza da qui, nella zona di Tor Tignosa, di cippi votivi dedicati ad una divinità minore collegata a Fauno accertano al di là di ogni dubbio la presenza del santuario.”

E che anche Virgilio ne parla nel VII libro dell’Eneide:

“…Mosso à portenti il re cerca e consulta di Fauno genitor profeta i detti e i selvosi recinti sotto l’alta Albunea, che né boschi più risuona con la sua sacra fonte e intorno spira tutta ombrosa mefitici vapori.
Da qui Vitale genti e tutta Enotria ne le dubbiezze lor chiedon responsi; qui poi che addusse offerte il sacerdote e su le pelli de l’uccise agnelle per la notte silente si distese desiando dormir, mirabilmente a torme vede vagolar fantasmi e varie voci ascolta e del colloquio degli Dei gode e volge la parola a l’Acheronte del profondo Averno.
E quivi allor esso Latino padre cento per un responso offria di rito lanigere bidenti e si giacea sù velli de le lor terga. Ad un tratto dal cuor del bosco voce gli rispose “Non voler la figliuola ad uom latino sposare, o mia progenie, e non fidarti à talami di qui; da fuor verranno generi, che per nozze il nostro nome portino in cielo, e di tal ceppo scesi i nepoti, per quanto stende il corso tra i due Oceani il sol, sotto i lor piedi….”

Tornando alla miniera di Zolfo, sempre dal medesimo libro apprendiamo che “la località è stata nel recente passato sconvolta dall’attività di una cava di zolfo che ha operato negli ultimi decenni, modificando ed alterando la morfo­logia dei luoghi”.


Galleria di foto


Riferimenti in rete

Percorsi geologici nel Lazio – Il Vulcano Laziale


Bibliografia

Atlante dei Beni Culturali delle Aree Naturali Protette di RomaNatura”
Gangemi 2010

La riserva naturale Decima-Malafede : la selvaggia bellezza di un angolo dell’ Agro romano: conoscere per proteggere
Marco Antonini
WWW Delegazione Lazio 1998

Leo farmaceutica

La penicillina venne ufficialmente scoperta in Inghilterra nel 1928 ad opera di Alexander Fleming, che per tale scoperta venne insignito del premio Nobel nel 1945, unitamente con Ernst Boris Chain e Howard Walter Florey.

Il primo utilizzo su larga scala della nuova scoperta avvenne durante la seconda guerra mondiale, ad opera principalmente degli americani che, a partire dal 1944, iniziarono a renderla disponibile anche per l’Italia. Al termine del conflitto l’Italia Continua a leggere

Orfanotrofio della Marcigliana

Alle porte di Roma, poco fuori il grande raccordo anulare, ci si imbatte in un vecchio e suggestivo edificio in abbandono. E’ un luogo piuttosto popolare per chiunque si interessi di abbandoni e viene spesso utilizzato come set fotografico o arena per giocatori di soft-air.

Cercando notizie in rete viene quasi sempre accreditato come “ex-manicomio”, ma non lo è mai stato, con buona pace dei cacciatori di fantasmi che entrano tra queste rovine con improbabili amperometri e antenne varie cercando di cogliere le “presenze” inquiete di spiriti folli.

Nei primi anni del ‘900 i Padri Giuseppini gestivano, in questa zona, la Colonia Agricola Romana della Bufalotta, su terreni da poco bonificati di proprietà del Pio Istituto della Santissima Annunziata di Roma. Si trattava di una grande scuola professionale agricola, destinata agli orfani di guerra e ai bambini abbandonati della provincia. Qui potevano imparare una professione e poi esercitarla nell’Azienda Famiglia, una sorta di cooperativa ante litteram.

All’interno della tenuta, nel 1933, venne costruito un orfanotrofio femminile, il cui fondatore è il Senatore Carlo Scotti (1863-1940) e sembra proprio che sia questo il nostro edificio abbandonato. Tutt’oggi la breve strada che porta all’edificio è intitolata alla santa Bartolomea Capitano che si era distinta per le opere assistenziali alle giovani.

Foto satellitare 4

da Google maps

Nell’archivio dell’Istituto Luce è presente un cinegiornale del 1934 dove si vede chiaramente l’edificio durante una visita del Capo del Governo.

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Cinegiornale 1934

Su un quotidiano locale di Roma (La voce del municipio) è presente un’intervista alla Sig.ra Bruna che ricorda la sua infanzia trascorsa tra le mura di questo orfanotrofio

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Articolo su La voce del municipio

Negli ultimi anni di vita cambiò destinazione passando da orfanotrofio a istituto geriatrico.

L’edifico venne utilizzato anche come location di alcuni film.

Ne “I nuovi mostri” (di Risi, Monicelli e Scola, 1977), nell’episodio “Come una regina”, Alberto Sordi abbandona l’anziana madre in un ospizio. L’ospizio è il nostro edificio

I nuovi mostri

Scena dal film “I nuovi mostri”

Ancora qui venne girata una scena del film “La banda del gobbo” (di Umberto Lenzi, 1977). In questo caso una finta insegna lo classifica come “Ospedale psichiatrico Santa Maria della Pietà” (che è in realtà il vero ex-manicomio di Roma ma che si trova in tutt’altra zona) dove viene internato il protagonista Tomas Milian.

La banda del gobbo

Scena del film “La banda del gobbo”


Galleria fotografica


Riferimenti in rete

Lilya 4-Ever

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Lilya 4-Ever

20021 h 49 min
Overview

A sedici anni Lilja vive in un povero e desolato sobborgo nell'ex Unione Sovietica sognando una vita migliore.. Abbandonata dalla madre, costretta a sbarcare il lunario, vede la speranza di un futuro migliore nell'incontro con Andrej. Ma il trasferimento in Svezia che il ragazzo le offre è una trappola.

Metadata
Director Lukas Moodysson
Runtime 1 h 49 min
Release Date 23 Agosto 2002
Details
Movie Media
Movie Status
Movie Rating Not rated
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Si svolge nell’ex Unione Sovietica e vi sono alcune scene girate  in una base militare abbandonata.

Nostalghia

Nostalghia

1983Duration unknown
Overview

Volevo parlare della nostalgia dei russi, cioè di quel particolare e specifico stato d’animo che si crea in noi russi quando siamo lontani dalla patria

Metadata
Director Andrei Tarkovsky
Runtime Duration unknown
Release Date 1 Maggio 1983
Details
Movie Media
Movie Status
Movie Rating Masterpiece
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Nel film sono presenti diverse sequenze girate in luoghi abbandonati.
La più lunga è girata nella chiesa allagata di S.Vittorino di cui ne potete vedere una breve parte qui sotto.

 

Brazil

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Brazil

E' solo uno stato mentale

19852 h 11 min
Overview

Sam Lowry è un tecnocrate in una società futuristica che è inutilmente contorta e inefficiente. Sogna una vita dove può volare via dalla tecnologia, dalla burocrazia opprimente e trascorrere l'eternità con la donna dei suoi sogni. Cercando di correggere l'arresto illegittimo di Harry Buttle, Lowry incontra la donna che insegue sempre nei suoi sogni, Jill Layton. Nel frattempo, la burocrazia lo ha indicato come responsabile di una serie di attentati terroristici, e le vite di Sam e Jill sono in pericolo.

Metadata
Director Terry Gilliam
Runtime 2 h 11 min
Release Date 20 Febbraio 1985
Details
Movie Media
Movie Status
Movie Rating Not rated
Images

La scena finale è girata nella cooling tower della centrale elettrica inglese di Croydon, all’epoca abbandonata. Successivamente è stata demolita e ora ne restano solo due ciminiere attaccate all’IKEA,

Brazil

 

 

 

La Meccanica Romana

Lo stabilimento nasce nel 1927 come S.T.I.M.A. (Società Trattori Italiani e Macchine Agricole Italia),

tratta dal sito

Tratta dal sito “il secolo di ostia”

un nome scelto dal duce al momento dell’inaugurazione, per volontà dell’ingegnere Pio Perrone, un industriale genovese (Gruppo Ansaldo, con diverse società controllate tra le quali la Dinamite Nobel e già proprietario dei quotidiani “Secolo XIX” e “Messaggero”).
L’industriale intuì le potenzialità di un’industria specializzata in macchine agricole in un periodo in cui la dittatura fascista aveva in programma grandi opere di bonifica e conseguentemente acquistò dagli Aldobrandini il terreno, tra il Tevere e la ferrovia Roma-Lido di recente costruzione, confidando nello sviluppo del trasporto fluviale sul Tevere e sul potenziamento della linea ferroviaria. Sperava così in un grande sviluppo industriale della zona, ma nonostante le sue conoscenze nel partito fascista, non si realizzò nessuna delle due ipotesi e lo stabilimento rimase l’unico isolato caso di industrializzazione ostiense.

La S.t.i.m.a. anni 30/40

La S.t.i.m.a. anni 30/40

L’edificio della fabbrica fu progettato dall’architetto Pietro Barbieri e si presenta con la facciata principale rivolta verso la via del Mare (4 ingressi) e due corpi trasversali collegati da uno centrale.

Il corpo di sinistra a tre navate è il più grande ed era il reparto delle lavorazioni pesanti

 

Ingrandisci

Il corpo di destra per le lavorazioni leggere è a una navata con copertura a shed

Lo stile architettonico dell’edificio è classicheggiante e si riallaccia volutamente allo stile della chiesa “Regina Pacis” di Ostia, costruita l’anno precedente (1926).

Le ambizioni di Perrone vengono infrante, oltre che dal mancato collegamento fluviale con Roma, dal costo elevato della corrente elettrica e del trasporto per ferrovia.

Nel 1938 l’ing. propone a Mussolini la riconversione della fabbrica per la produzione dell’acciaio, nel progetto di potenziamento della produzione bellica.

Nel 1941 la STIMA diventa Società Acciaierie Romane.
All’interno della fabbrica viene installato un forno per la produzioni di acciaio utilizzando il minerale estratto dalle sabbie di Ostia ricche di ferro (tramite la “cernitrice magnetica” Inventata dall’ingegner Giovanni Liguori che separava automaticamente la sabbia dalla ferrite).

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Dall’archivio storico Breda

II 23 marzo il Duce, accompagnato dal Ministro delle Corporazioni, si è recato al Lido di Roma per assistere ad alcuni esperimenti di estrazione del minerale di ferro dallo sabbie ferrìfere del Litorale. Erano presenti il comm. Liguori, ideatore della nuova macchina, l’avv. Mattòli e l’ing. Frua della Società Breda. Come tutti i giornali hanno riferito, il Duce ha assistito ad una serie di prove che hanno dato ottimi risultati rilevando la perfetta efficienza del procedimento integralmente autarchico. Il Capo del Governo, che ha esperimentata personalmente una delle macchine, ha anche voluto rendersi conto sul luogo degli aspetti geologici del problema e si è vivamente interessato alle ricerche eseguite per accertare la consistenza dell’immenso patrimonio ferrifero racchiuso nelle sabbie dei nostri, mari. Possiamo aggiungere che sin dai prossimi giorni un primo gruppo di macchine Liguori inizierà sistematicamente sul lido di Roma l’estrazione del minerale di ferro: e che la Società Breda realizzerà entro brevi mesi il suo programma di costruzione della macchina in larghissima serie

Tratto dal testo della foto precedente

L’industria prospera fino a raggiungere le 6000 unità lavorative, ma la caduta del regime segna la definitiva uscita di scena di Perrone.

Nel 1943 la fabbrica fu occupata dalle truppe tedesche e poi minata per essere probabilmente distrutta al momento della ritirata.
Nel gennaio del 1952 venne costituita la Breda Meccanica Romana di Ostia (esisteva già dai tempi della guerra la Breda Meccanica Romana di Torre Gaia che produceva armi).
L’attività principale diventa quella di carpenteria pesante e di rifacimento delle vetture della linea ferroviaria Roma-Ostia. Le foto seguenti sono di Pino Raselli  tratte dal libro “L’Ex-Meccanica Romana presso Ostia Antica“.

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Lavorazione nel padiglione di sinistra

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Lavorazione nel padiglione di sinistra

Foto n.5 di Pino Raselli Tratta dal libro "L'Ex-Meccanica Romana presso Ostia Antica".

Lavorazione nel padiglione di destra

L’interruzione delle commesse segna la definitiva crisi dell’industria e la chiusura nel 1979.

Nel 1981 la Sovrintendenza Archeologica di Ostia Antica mette sotto tutela l’edificio in quanto rientrante nel progetto di un parco del litorale.
Successivamente il Ministero dei beni Culturali, dopo il programma “Mirabilia”, redige un progetto in cui si prevede l’esproprio del fabbricato.
Durante questo periodo vengono svolte delle tesi di Laurea per il riutilizzo dell’edificio come centro museografico, scuola di restauro, centro musicale, sede del museo degli scavi di Ostia Antica.

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Pagina di una delle tesi di laurea per il riutilizzo dell’edificio. Tratta dal libro “L’Ex-Meccanica Romana presso Ostia Antica”.

Nel 1988 il progetto viene abbandonato e l’edificio, nel frattempo sotto vincolo totale, viene ristrutturato rispettandone la struttura esterna e diventa “Cineland” (multiplex cinematografico)
Nell’ala sinistra vengono realizzate 14 sale cinematografiche, la struttura centrale ospita fast food, l’edificio mensa e servizi degli operai diventa la quinta di un anfiteatro e nell’ala destra vengono ospitati un bowling, una sala giochi e qualche negozio.

Veduta aerea

Veduta aerea della attuale struttura

Durante il periodo di abbandono vengono girate nell’edificio le scene di alcuni film tra i quali, “La luna” di Federico Fellini.

e “I mitici, colpo gobbo a Milano” di Carlo Vanzina

Durante la ristrutturazione dell’edifico venne realizzato un VHS che conteneva anche interviste e cenni storici.
Il titolo del filmato è  “La Fabbrica”  e gli autori sono  P.Isaja e M.P. Melandri.

Qui sotto una clip introduttiva


Galleria di  foto scattate nel periodo in cui l’edificio fu abbandonato.


Bibilografia

Roma memorie della città industriale” a cura di E.T. Landini (Palombi Editori)
L’Ex-Meccanica Romana presso Ostia Antica: nella logica dell’ecosistema urbano per il riuso del costruito” a cura di Hilda Selem (Officina Edizioni)
La ricostruzione della S.T.I.M.A in multiplex cinematografica” di Paolina Conti (tesi di laurea)

Il Messaggero: articoli alle date 24/1/90, 15/12/90, 16/12/90, 8/5/91, 7/10/94, 8/10/94, 1/2/95.
Il Tempo: articoli alle date 15/10/94 e 29/10/94.
Corriere della Sera: articolo in data 1/2/95.
La Repubblica: articolo in data 1/2/95.
L’Unità: articolo in data 1/2/95.
Giornale di Ostia articoli alle date 7/10/94 e 3/2/95.
Metropolit: articoli alle date 15/10/94 e 4/2/95.